La morte di don Erminio Pozzi, sacerdote tra noi dal 2007 al 2016, ci ha colpitocome una notizia certamente non del tutto inattesa, eppure difficile da accettare:
lo avevamo visto, nell’ultimo periodo di presenza in parrocchia, provato ma non sopraffatto
da una malattia crudele, che gli impediva di usare correttamente
la parola, ed in tanti lo avevano visitato da
quando si era trasferito presso la Sacra Famiglia di Cesano Boscone, in mezzo ai malati e sofferenti, povero
tra i poveri. Ma don Erminio in realtà ci aveva già da tempo accompagnato a questo momento, testimoniando con tutto il suo essere, e sino in fondo, il vangelo della vita eterna, l’orizzonte di misericordia che è preparato per tutti, ovvero il ritorno nella casa del Padre. Lo aveva fatto nell’ultima fase, è vero, con i gesti e con gli scritti, ma nel profondo tutto quel che faceva è stato narrazione
della gratuita grazia di Dio, che non lascia mai nessuno solo, in nessuna condizione si trovi. Don Erminio
è stato tanto grato a Dio per ciò che la vita gli ha donato (gli incontri, prima di tutto, le esperienze
pastorali, la bellezza del creato, la felicità delle piccole cose) e contemporaneamente è sempre stato libero dall’ansia di possedere, di tenere per sé, e per questo profezia di un giorno in cui ogni lacrima sarà asciugata. Ce lo ricordiamo in chiesa, a pregare, in confessionale, nelle tantissime visite ai poveri, agli anziani ed ai malati, al campo di via Negrotto, nell’attenzione per i più piccoli (soprattutto, per quelli che stavano “sulla soglia”), come predicatore eccezionale, devoto a Maria.
Ci ricordiamo soprattutto il suo sorriso, la sua carezzaconsolatrice, il suo ministero di prete veramente
ambrosiano. Proveremo, nel prossimo numero, a raccogliere qualche testimonianza di ciò che ha fatto in
mezzo a noi; per il momento, iniziamo a rileggere qualche sua riflessione (sono tantissime quelle affidate
ai bollettini parrocchiali, non solo a S. Martino) ed a rivederlo in alcune immagini.
Benediciamo il Signore per il dono che è stato per noi e facciamo memoria del suo magistero amoroso. Che
si è rivolto a tutti e rimane parte della storia di ognuno.